Ultima chance per migrare a GA4
Dal 1° luglio 2023 il principale e più conosciuto strumento di web analytics, Google Universal Analytics 3 (UA) verrà sostituito da Google Analytics 4 (GA4); ciò significa che chi entro il 30 giugno 2022 non avrà attivato il nuovo servizio gratuito di Google, l’anno prossimo al momento del pensionamento di Universal Analytics non troverà i dati storici da confrontare. Stessa sorte per chi usa Universal Analytics 360.
Oltre alla comunicazione ufficiale di Big G sulla migrazione a GA4, negli ultimi mesi si sono rincorse numerose notizie e ipotizzati scenari come fronteggiare la scomparsa dei cookies di terze parti, mantenendo o addirittura migliorando le opportunità di tracciamento attuali.
A causa della sentenza Schrems 2, l’esportazione dei dati degli utenti cittadini dell’UE negli USA è stata immediatamente vietata e questo ha obbligato le Ad company a cambiare rotta, ripensando interamente il modello di integrazioni tra browser e sito web, e i tool di analitica.
Nonostante i garanti per la protezioni dei dati personali di alcuni paesi europei abbiano attenuato la portata del provvedimento della Corte di Giustizia Europea imponendo l’anonimizzazione dell’IP e la disabilitazione delle funzioni di remarketing, le aziende proprietarie dei client come Apple Safari, Firefox e Microsoft Edge che rappresentano circa il 40% del traffico ed il 34% del fatturato e-commerce italiano hanno anticipato le decisioni delle Authority disabilitando già delle nuove release: l’audience targeting, il remarketing ed il tracking delle conversioni di adv “sporche”.
Per prepararci al futuro è fondamentale muoversi ora, perché le attività da porre in campo sono diverse, richiedono tempo, la programmazione di investimenti economici, ricordando che i dati persi non potranno più essere recuperati.
Ecco 5 step da cui partire:
1. Aggiornare tutti i tag di advertising e analytics all’ultima versione disponibile;
2. Installare una Consent Management Platform, ovvero una piattaforma di gestione del consenso conforme allo standard IAB TCF 2, il Transparency & Consent Framework conforme al GDPR sviluppato in modalità collaborativa da oltre 650 aziende del settore digital e new media, come CookieBot ad esempio;
3. Implementare il Google Consent Mode (https://support.google.com/analytics/answer/9976101?hl=it) , la soluzione del colosso americano per chi non accetta la profilazione e che gestisce il modello dati delle conversioni attraverso il Machine Learning;
4. Implementare il Google Enhanced Mode (https://support.google.com/google-ads/answer/9888656?hl=it) che cripta i dati relativi alla conversione (come ad esempio l’email) prima di inviarle a Google;
5. Implementare le Facebook Conversion Api, il più grande social network al mondo ha creato una soluzione per identificare gli eventi compiuti da visitatori e acquirenti. Il pixel di tracciamento consentirà ai proprietari di siti web e/o inserzionisti, colpiti primi dall’ITP Intelligent Tracking Prevention (ITP) di Apple e poi dal ban dei devices Apple a partire dalle versioni IOS 14.5 di essere conforme alla normativa GDPR.
Appare chiaro quindi che le piattaforme B2C (es. sito e-commerce, ma non solo) dovranno avere una gestione rigorosa e globale dei dati dei propri clienti, che integri oltre al loro consenso, tutte le operazioni che svolgono online (e offline). Le Customer Data Platform sono già una realtà e diventeranno fondamentali se si desidera integrare sito web, eventi dei clienti/leads e per ottimizzare investimenti in marketing e digital ads.
I canali di comunicazione di direct marketing come newsletter e sms non sono coinvolti da questa rivoluzione, probabilmente le piattaforme di Programmatic Adv saranno quelle più colpite.
Se la battaglia probabilmente tra le Ad Company proseguirà a colpi di browser sempre più sicuri e privacy compliant (ndr Chrome ha dichiarato che eliminerà cookie di terze parti a partire da metà 2023), 8 su 10 marketer (900 intervistati) hanno dichiarato che l’accesso ai dati di prima parte sarà l’unica strategia per avere successo nel digital marketing.
L’accesso ai dati di prima parte sarà l’unica strategia per avere successo nel digital marketing.
Un esempio che questa trasformazione è già in atto, Google ha ufficializzato il 24 maggio 2022 nel Google Marketing Live 2022 che Google Ads già integra la Privacy Sandbox, una tecnologia che consente pubblicità mirata basata su consenso e interessi (Topics) integrata lato browser su una manciata di interessi individuati sulla base della cronologia di navigazione degli ultimi 7 giorni, oppure dal fingerprint, ovvero tutte le informazioni tecniche (dimensioni schermo, plugins presenti, software installato, orologio, sistema operativo, connessioni wireless attive) che è possibile recuperare da ciascun device.
Non ci resta che iniziare.