Dal SEM all’Artificial Intelligence Marketing

L’adozione dei sistemi di intelligenza artificiale, chatbot e assistenti virtuali, il passaggio alla ricerca mobile e vocale sta ridisegnando gli scenari del digital marketing.

Secondo Gartner, la multinazionale che si occupa di ricerca e analisi di mercato dagli anni ‘80, il volume tradizionale dei motori di ricerca diminuirà del 25% entro il 2026. Semplificando potremmo dire anche che Google perderà il 25% di ricerche.

Probabilmente ciò non accadrà in maniera così repentina, ma certamente il rischio è reale, se ChatGpt proseguisse con la crescita attuale ed Apple o Microsoft decidessero di integrarlo nei rispettivi dispositivi e sistemi operativi.

Ricordo che ora Google versa 18 miliardi all’anno ad Apple per essere la ricerca predefinita di Iphone (Fonte).

Previsioni catastrofiche a parte, ciò che è certo è che il mondo delle ricerche online sta cambiando, da un modello conversazionale fatto di ricerche web desktop ci si sta dirigendo verso un web mobile, fatto di piccoli schermi, pervaso da assistenti virtuali, chatbot e sistemi di intelligenza artificiale.

A differenza dei metodi di ricerca tradizionali che richiedono la navigazione tra le pagine dei risultati di ricerca, ChatGPT e le altre tecnologie simili di intelligenza artificiale forniscono risposte dirette, conversazionali, informazioni rapide ed accurate in modo intuitivo.

Già ora ciò sta avvenendo grazie alla crescente popolarità di ChatGpt ed alla veloce adozione da parte di oltre 100 milioni utenti al mese.

Sono certo che nei prossimi mesi vedremo spoiler su vere e presunte killer application che promettono un futuro utopico per alcuni e distopico per altri.

Con il marketing di ricerca che perderà quote di mercato a favore di agenti virtuali, le aziende e i siti web dovranno ripensare le loro strategie di marketing e adattarsi a queste dinamiche mutevoli, suggerendo un pivot verso l’integrazione dell’intelligenza artificiale nelle loro attività.

Il web non solo pensato a come appare nei risultati di ricerca tradizionali, ma anche nelle risposte fornite da chatbot AI e agenti virtuali.

Il web dovrà incorporare nei loro contenuti parole chiave a coda lunga e domande che assomigliano a query vocali, del linguaggio naturale, per allinearsi al modo in cui le persone utilizzano sempre più la ricerca vocale integrandola con quella locale.

Questo cambiamento che è già in atto porterà a significative modifiche nelle strategie di Search Engine Marketing, sia a pagamento che organico.

“Le aziende dovranno concentrarsi su qualità ed autenticità“, ha affermato Alan Antin, Vice President Analyst di Gartner, “I contenuti dovrebbero continuare a dimostrare elementi di competenza, esperienza, autorevolezza e affidabilità”.

Alan Antin, Vice President Analyst di Gartner

Si passerà dalla SEO all’AIO, dal SEM all’AIM. Dalla Search Engine Optimization e Marketing alla Artificial Intelligence Optimization e Marketing.

Stare al passo con le nuove tendenze tecnologiche significherà perfezionare le strategie SEO per soddisfare non solo i motori di ricerca tradizionali, ma anche il modo in cui è possibile accedere ai contenuti attraverso chatbot AI e voci virtuali, garantendo alle aziende di rimanere competitive in un panorama digitale in rapidissima evoluzione.

L’aumento degli strumenti basati sull’IA generativa sta sollevando preoccupazioni sulle neutralità dei risultati, l’aumento dei costi per gli inserzionisti e gli investimenti per le imprese che dovranno affrontare per allinearsi a queste tendenze emergenti.

Google ha accelerato i programmi di integrazione dell’AI generativa nella SERP con la Search Generative Experience (SGE) e a mio avviso se non sarà obbligata ad adottarla prima, probabilmente ci vorranno ancora dai 3 ai 5 anni prima di vederla sui nostri schermi.

Se la ricerca online così come la conosciamo, fatta principalmente di query informative composte di keywords piuttosto che di thread di chat sarà di così grande portata, come si riuscirà a colmare quel gap di traffico ?

Meglio iniziare a porsi la domanda ora avvicinandosi al web 3.0, a chatbot e agenti virtuali; incominciando magari chiedendo a ChatGPT, Gemini, Claude, CoPilot & friends, cosa sa della nostra azienda o di noi.

Iniziando a costruire ora un percorso consapevole di brand reputation, riusciremo ad intervenire in tempo. Già perché la reputazione online così come le competenze, si costruiscono con il tempo, ma il dataset di informazioni della tecnologia dei prossimi anni è anche quello di oggi.

La notizia positiva è che quando qualcuno arriverà sul proprio sito web sarà più probabile che sia informato e pronto a impegnarsi in qualche modo.

L’AI diventerà sempre più pervasiva, vi sono già tecnologie wearable che andranno “pinzate” sui vestiti con una fotocamera in grado di vedere tutto quello che fai e microfoni per ascoltare. L’utente di questo dispositivo avrà un auricolare praticamente sempre nell’orecchio e da ultimo ci sarà un mini dispositivo olografico che proietterà un display sulla tua mano, in modo da permetterti di interagire con delle gesture per fargli fare altre cose fantasmagoriche.

TikTok sta testando sistemi per riconoscere gli oggetti all’interno dei video dei creators per associarli a schede di prodotto con prezzo, disponibilità e/o alternative. (Fonte)

Entro lo stesso anno, Gartner profetizza che oltre l’80% delle aziende utilizzerà API o modelli di IA generativa e li distribuirà nelle applicazioni in ambienti di produzione. L’IA generativa secondo la società di consulenza americana sta diventando una priorità per i C-manager in tutti i settori.

Noi siamo pronti alla sfida !